Ogni mattina la stessa storia si sveglia felice, fa colazione guarda il suo cartone preferito e si prepara… A volte il lamento parte da casa ma poi riesco a portarlo fino a scuola ed è li che avviene il patatrack: Mio figlio non vuole andare a scuola!
“Nooooooo non voglio andare a scuola”
Inizia sottovoce per diventare un urlo disperato “mamma voglio stare con teeeee” mi si attacca al collo e viene preso con forza dalla maestra.
Ho provato a calmarlo in tutti i modi, dolcemente, con promesse, con regalini, arrabbiandomi, con fare severo, ma niente, non c’è verso, lui pare non sentirmi e va per la sua strada urlando come un pazzo tra gli sguardi attoniti della sorella e dei compagni di classe. Mio figlio non vuole andare a scuola e ovviamente questa storia destabilizza anche me.
SCUOLA DELL’INFANZIA
Filippo ha 3 anni ed ha iniziato la scuola dell’infanzia a fine settembre è in classe con la sorella di 5 anni che adora la scuola e non vede l’ora di stare coi suoi amici.
Filippo no, almeno non alle 9 del mattino quando assolutamente non vuole andare a scuola.
Alle 16 invece è felice e sereno che gioca coi suoi amichetti nel cortile.
Ha messo da 1 mese gli occhiali da vista, per agevolare la messa a letto la sera gli ho tolto il riposino a scuola (che tardava molto la routine serale e che per altro a casa non fa da mesi).
Come vive una mamma una situazione simile?
Come faccio se mio figlio non vuole andare a scuola?
È angosciata, è stanca, è preoccupata (Perché fa così? Cosa succede a scuola?) e spesso è sfinita …
Cara Barbara (che non è la D’Urso) ma la mia amica psicoterapeuta Barbara De Marchi, cosa posso fare? Mi aiuti tu?
Cara Marie,
è abbastanza frequente che i bambini quando devono andare all’asilo facciano i capricci e si ribellino ed è assolutamente normale. Soprattutto per Filippo che fino a “ieri” passava le giornate in simbiosi con te, vedendo i fratelli andare a scuola. Lui conserva il ricordo di un tempo passato esclusivamente con te, senza essere disturbato dai fratelli, in una situazione magica in cui la mamma era tutta per lui… come dargli torto?

Non hai sbagliato nulla, la teoria dell’attaccamento ci dice che se un bambino ha sviluppato un attaccamento sicuro (quello migliore, per capirci, quello che gli consentirà da grande di sentirsi al sicuro ed in grado di affrontare le difficoltà della vita) nel momento in cui deve separarsi dalla mamma protesta, e quando la mamma lo va a prendere a scuola lo trova allegro che si fa i fatti suoi. Dal tuo racconto mi sembra che le cose stiano andando cosi, quindi E’ TUTTO A POSTO!
QUALI STRATEGIE TI POSSONO AIUTARE?
1) Nel momento in cui si ribella spiegagli con fermezza e calma, senza sentirti in colpa, senza giustificarti, senza cercare di convincerlo, che tutti i bambini vanno a scuola, che comprendi che vorrebbe stare a casa, che è giusto che lui manifesti il suo disagio, che a volte capita di dover fare delle cose che non ci piacciono tanto, ma che quelle cose sono giuste per noi, e che il modo migliore di affrontarle è di trovare qualcosa di bello (all’asilo) a cui pensare per poterci consolare.
2) Lascialo velocemente, non prolungare i saluti perché il disagio è proporzionale alla durata del momento della separazione: più la fai lunga, più lui soffre. E’ proprio la separazione che fa male, quindi deve essere … rapida e indolore.
Stai serena, continua così e vedrai che l’instaurarsi della nuova abitudine renderà tutto più facile.

Beh questo nostro scambio di lettere risale a 20 giorni fa…
Io non ho mollato, non amo proprio darmi per vinta. Ho lottato contro i pianti disperati di Filippo, ho fatto fatica perché è abbastanza difficile lasciare tuo figlio in lacrime nelle braccia di una semi sconosciuta come la maestra, ma sono stata ferma.
Gli ho parlato, gli ho spiegato dolcemente ma quando era in preda alla disperazione le mie parole non gli arrivavano… probabilmente aveva bisogno di tempo per elaborare.
Già perché da due settimane qualcosa è cambiato. Filippo si è svegliato lunedì felice e sorridente e mi ha detto “Mamma sono diventato grande sai? E la scuola mi piace un sacco, da oggi non farò più i capricci”.
E non ha più fatto i capricci veramente!
Ok, sono trascorsi 15 giorni, ma io mi sento veramente più leggera e felice!

Quindi il mio consiglio è di non aver paura, di non mollare, di farsi aiutare dalla maestra, avere pazienza e perseverare. I nostri piccoli hanno bisogno di certezze e punti fermi. Siamo noi la loro certezza ed il punto fermo, non è sempre facile ma si può fare.
Non credi?
Con affetto,
Marie

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