4 agosto 2017
Sale l’emozione e quasi non ci posso credere che sia finalmente arrivato il momento…si parte!!!!
E’ da Natale che ho iniziato l’opera di convincimento nei confronti di mio marito sulla meta delle nostre vacanze estive: “la California”.
Sono sicura che sia la vacanza ideale per noi nonostante i bambini siano ancora piccoli.
Dopo esserci riuscita, aver prenotato i voli con 6 mesi d’anticipo, studiato l’itinerario, chiesto informazioni ad amici e parenti in loco (una cosa che odio è preparare gli itinerari e anche mio marito) e aver prenotato tutti gli hotel su booking.com (conoscendoci sarebbe stato troppo rischioso prenotare day by day sul posto, perché, diciamola tutta siamo in 5 e alcune cose vanno fatte con anticipo per forza) ….ecco il momento è giunto!!!!!
Trascorro la serata cercando in tutti i modi di far stare tutto nei due nuovi trolley di media grandezza ma ho dovuto gettare la spugna; anche togliendo alcune cose superflue risulta una “missione impossibile” e alla fine decidiamo di prendere ancora la mitica Samsonite viola e uno solo dei nuovi trolley.
“..Ecco io sono quella che si spaccia per mamma-organizzata azz..”
Suona la sveglia alle 3.45 dopo aver dormito 3 ore scarse sono bella carica, sveglio tutti e via si parte!
Al check-in a Caselle troviamo il mondo ed inizia per noi una 24h di code allucinanti.
La valigia è in sovrappeso di 10 kg (sempre grazie alla mia super-organizzazione), cerco di convincere la signorina con un “siamo in 5 con due bagagli non è tanto…” e la sua risposta “beh pensi che c’è chi non può avere figli”, mi fa capire che siamo obbligati a pagare (iniziamo bene). Fortuna delle fortune la signorina incazzata termina il suo turno di lavoro e arriva una collega più morbida che ci lascia andare così….ci è andata bene dai per questa volta abbiamo risparmiato 150€ (che so già come investire hi hi hi).
Primo volo dei bambini, sono emozionati e bravissimi. Filippo dorme tutto il tempo (da oggi per tutta la vacanza ringrazierò il mio latte che ha un grande potere su di lui). Scalo ad Amsterdam; all’atterraggio però non si hanno notizie del passeggino doppio… mio marito è nero..sembra sparito nel nulla…nessuno che sappia dire dove sia..eppure era salito con noi a Torino!! Ci dicono che lo potremo ritirare a Los Angeles e trascorriamo 4 h in aeroporto giocando coi carrelli ed esplorando tutti i negozi di giocattoli.
la gara coi carrelli…..
Nel frattempo ci ricordiamo che i braccialetti di riconoscimento semiperdo che abbiamo ordinato 1 mese fa, non sono ancora stati attivati….ovviamente …” ma perchè diavolo non lo abbiamo fatto prima a casa???” Ecco questi siamo noi….e mi immagino la faccia di rimprovero di mia cognata; lei, che è una persona veramente molto organizzata e precisa, non avrebbe mai sbagliato a fare la valigia, perso un passeggino gemellare e soprattutto avrebbe verificato il funzionamento dei braccialetti e la misura con largo anticipo. Infatti per Tobia la circonferenza é perfetta mentre Olivia lo ha già perso dopo 5 minuti e a Filippo neanche provo a metterlo è decisamente troppo piccolo lui.
Siccome mi conosco e già sapevo che avrei fatto casino, ci rido sopra perché siamo fatti così… siamo quelli che partono per l’America senza un dollaro appresso (per fortuna all’aeroporto di Amsterdam si possono prelevare i dollari e rimediamo alla svista).
Il lungo volo per Los Angeles va alla grande, i piccoli dormono quasi tutto il viaggio mentre Tobia guarda una serie di films che il papà gli ha scaricato sull’ipad (nota positiva da citare: sulla tecnologia andiamo forte)
Benvenuti in America – Welcome to the United States of America …. ossia il paese dalle innumerevoli code composte!
coda 1 per scendere e raggiungere il controllo passaporti reso ancora più complicato da Olivia che vuole portare il trolley da sola e Tobia che crolla dal sonno. Il tutto rigorosamente in coda a serpentina tutti composti…cioè quando pensi di essere al dunque la coda fa una curva e ti rendi conto che ci sono altre 100 persone davanti a te…un incubo! (ecco a cosa serviva il passeggino mhmmmm…)
coda 2 per compilare visto ESTA che era già stato fatto a casa ma vogliono una conferma dei dati e scansione manuale del passaporto con foto ad ogni membro della famiglia. Il tutto ovviamente “self service” …avete presente far stare ferma una bambina di 2 anni e mezzo per fare una foto nitida??? …20 minuti!!!
coda 3 controllo passaporti. Fortunatamente il nostro quadretto stanco fa tenerezza ad un sant’uomo addetto alle gestione delle code e ci fa passare avanti risparmiandoci almeno mezz’ora
coda 4 ritiro bagagli e ricerca passeggino che fortunatamente era stato spedito direttamente da Torino a LA.
coda 5 ri-controllo passaporti e consegna visto ESTA
coda 6 per il ritiro dell’auto noleggiata da AVIS.
Tutto fatto, dopo 4 ore di code la vacanza può avere inizio!
Giorno 1
Trattamento speciale a Pasadena da Massimo e Chantal; le persone più ospitali che io abbia mai conosciuto. Ci preparano per cena una grigliata di carne super con contorni speciali molto americani tipo ananas alla griglia, quinoa e pannocchie.
La cosa che mi stupisce di più è la disinvoltura di Olivia che sembra a suo agio in ogni situazione; persino quando le viene proposto un bagno in piscina dopo cena non esita un secondo e si butta con Massimo e Valentina, la cuginetta di 3 anni e mezzo. Con lei si diverte e sembra che siano amiche da sempre. A sorpresa la ritrovo asciutta con pigiama kimono troppo figo e Chantal che le sta facendo le treccine. Una scena dolcissima.
Giorno 2
Risveglio senza stress a Pasadena, il jet-lag per adesso non ci ha colpito nonostante io non abbia seguito alcuna indicazione.
Olivia che gira col suo kimono rosso, i capelli arruffati e l’aria da sconvolta after party….è stupenda!! Stamattina Tobia sta meglio e anche lui gioca allegramente con la cuginetta.
Ore 11.00 tutti pronti si parte per due giorni a Disneyland
Arrivare alle 14.00 ha il vantaggio di non fare coda all’ingresso e con il fast pass Alberto organizza bene la giornata e le cose da fare per ridurre i tempi di attesa visto che fa piuttosto caldo ed è domenica.
E’ incredibile la quantità di gente presente e mi stupisce che i bagni siano molto puliti e sempre liberi, lo stesso vale per i ristoranti, insomma una perfetta organizzazione!
Ci sono tante famiglie, mamme con marsupio e passeggini di ogni tipo soprattutto gemellari…. qui nessuno mi guarda come un marziano!
La maggior parte delle attrazioni non è adatta ad Olivia che purtroppo misura 39” e ne richiedono 40. Poco male, io sono una fifona e con Filippo nel marsupio sono ben felice di fare giochi più tranquilli….lasciamo il brivido ai maschi.
Le attrazioni preferite sono state:
Il Matterhorn che hanno fatto Tobia e Alberto, una giostra da brivido, un trenino superveloce che sfreccia all’interno ed esterno del celebre Cervino con imprevisti…da paura. Buzz di Toystory, battaglia virtuale durante la quale si devono centrare i bersagli a bordo di macchinine (adatto a tutti). I pirati dei Caraibi è per tutti, un percorso avventuroso a bordo di una barca lungo il fiume attraverso una serie di set che descrivono i movimenti dei pirati su un isola, dal bombardamento e saccheggio della fortezza ai festeggiamenti per la vittoria (con Jack Sparrow alias Johnny Dep onnipresente). Big Thunder Mountain è un percorso in mezzo alle rocce a bordo di un vecchio trenino dedicato agli >40″.
Il Matterhorn esternamente
…internamente….
Al calare del sole inizia la stupenda parata di luci e personaggi, davvero emozionante anche per noi grandi. Aspettiamo con ansia i fuochi d’artificio ma prima che inizino crollano tutti e tre in un sonno profondo e decidiamo a malincuore di rientrare in hotel.
Alloggiamo all’ ALPINE INN motel semplicissimo ma localizzato a soli 10 minuti a piedi da Disneyland. E’ perfetto, costa poco (gli hotel all’interno costavano sui 500 dollari a notte: una follia), la camera è semplice ma molto ampia con 3 letti queen size, vasca da bagno e microonde.
Alle 3 del mattino si svegliano tutti i bambini per il jet-lag, propongo biscotti a letto e TV…non vi dico in che stato ho ritrovato il letto al mattino visto che gli Oreo sono piaciuti molto anche a Filippo…ma non importa perché dopo un’ora si addormentano di nuovo per risvegliarsi alle 8 in timing perfetto per il secondo giorno a Disneyland.
Giorno 3
Colazione “take in room” ovvero vai alla reception dove hanno allestito micro buffet e ti porti tutto in camera. Piccolo dettaglio…non c’è un tavolo in camera, ops, per fortuna i letti erano già conciati male dai biscotti e poi tutto questo per i bambini è assolutamente esaltante!!!!!
Il lunedì a Disneyland all’apertura c’è più gente ma la macchina americana funziona a meraviglia e l’attesa non dura molto, di primo mattino non c’è sole quindi è più sopportabile. Ci addentriamo a Toontown, ossia l’area dedicata ai personaggi Disney. Atmosfera fantastica, divertente e colorata perfetta per i bambini che sono liberi di scorrazzare, strillare, gioire come solo loro sanno fare e possono visitare le case dei vari personaggi (Topolino, Pluto, Pippo,..); un’esperienza unica e divertente!
Alle 18 rientriamo a Pasadena dove ci aspettano i cugini con un’altra cena super a base di salmone. Un grazie speciale ancora di cuore.
Giorno 4
Ore 9.00 Si parteeeeeee!!! Direzione San Diego.
Un paio d’ore ed arriviamo a Pacific Beach una zona di surfisti di San Diego.
La nostra camera non è ancora pronta e allora andiamo dritti verso l’oceano.
L’odore, l’aria, il colore…mi catturano il cuore, mi sembra impossibile che siano trascorsi 21 anni da quando arrivai qui per studiare l’inglese…21.. cazzarola una vita…cioè metà della mia vita! Amo tutto questo e vorrei fermare il tempo, non per sempre, ma per un po’ sì.
Suggerisco una passeggiata verso Mission Beach che dura quasi 45 min; non ricordavo fosse così lontano perchè abitualmente la facevo con i rollerblade (o forse semplicemente perchè ero più giovane e ginnica grrrr…).
Troviamo subito un ristorante molto Californication musica a palla, vista oceano e il mitico cibo americano. Mi faccio tentare dai tacos, bella idea trash….povero pancino inizia già a gridare vendetta!
Rientriamo in albergo per fare il check-in ma veniamo stuzzicati dall’idea di una granita…Alberto paga 8 dollari e ci viene consegnata un’incredibile massa di ghiaccio tritato color rosso vivo a mò di cono gelato aiutoooo!!! Per fortuna i bambini entusiasti la adorano e pure Filippo così riusciamo a finirla.
Pacific Beach – la granita mega – tacos – la pista ciclabile di San Diego a Mission Beach
L’entusiasmo dei bambini per la nuova sistemazione!!!
L’ hotel Beach Haven è molto easy living, semplice ma curato. Tobia definisce la camera piccola ma carina. Nota importante la posizione perfetta per il mare, nota critica: dove rifocillarci? Non è previsto nessun servizio cibo, niente colazione, frigobar o microonde. Per la cena iniziamo a girovagare un po’, cerchiamo di evitare cibo spazzatura e questo limita decisamente le scelte. Dopo quasi 1 ora decidiamo di entrare da Backyard , un locale enorme con almeno un centinaio di televisori appesi alle pareti e musica a manetta. Non avendo alternative valide rimaniamo e siamo sollevati di trovare sul menu costine e salsiccia… anche stasera l’abbiamo sfangata!
Avere figli che non mangiano può essere un vantaggio in un viaggio così perché non ti obbligano ad avere orari fissi o a fermarti per la fame. A volte basta una banana, un panino, un biscotto o delle patatine per allungare l’orario dei pasti. Il lato negativo è che quando cerchi un ristorante devi avere la fortuna di trovare qualcosa di loro gradimento nel menù…ecco in America la cosa non è per niente facile!
Olivia è già più curiosa anche se poi ama di più mangiare tapas fuori pasto. Tobia mangia poche cose e solo italiane, mentre Filippo non mangia e lo salva il mio latte portentoso, qualche biscottino mignon e banane che diventano il “must have” del nostro viaggio.
Giorno 5
Seaworld è davvero molto bello; il design marittimo è fatto a regola d’arte, all’ingresso ci sono vasche con pesci e molluschi che i bambini possono toccare, all’interno spettacoli divertenti per nulla scontati con le foche marine (in questo gli americani sono davvero bravissimi), i delfini,… per poi passare alla grotta con gli squali e grandissime vasche con innumerevoli tipi di pesci. Ovviamente non mancano le attrazioni; la più esaltante per Tobia con finale ripido e bagnato è Journey of atlantis che mette a repentaglio il cuore di mio marito ….ma cosa non si fa per rendere felice il proprio pargoletto hi hi hi .
La cosa sorprendente in un parco così grande è ancora una volta la massima organizzazione; non si fa coda per gli spettacoli, ci sono aree per parcheggiare i passeggini (che puoi tranquillamente lasciare carico di tutto senza paura di essere derubato), i servizi sono puliti e sempre disponibili. Grazie ai ristoranti di ogni tipo riusciamo a rendere felici i nostri figli con pizza, pasta in bianco e fragole.
Seaworld
Dopo tanto divertimento ci concediamo una bella rinfrescata nella piscina dell’hotel che è proprio di fronte alla camera e non c’è nessuno così sono liberi di fare quello che vogliono e per finire in bellezza andiamo a correre liberi sulla spiaggia di PB.
La sera, per cena, decidiamo di andare sul sicuro e prenotiamo un ristorante italiano in Downtown nel quartiere Gaslamp che sembra essere molto IN secondo le recensioni di tripadvisor.
L’osteria Panevino è molto carina, ben curata e il personale italiano molto gentile. Il cibo lo definirei “italiano americanizzato”; infatti ordino penne alla norma e mi si presenta un piatto di fettuccini (???? beh oggi abbiamo questa pasta…) con pomodoro, melanzane a fettazze spesse e una palla di ricotta sopra tipo pallina di gelato…insomma una rivisitazione piuttosto fantasiosa ah ah ah cosa non si fa per ritrovare i sapori di casa!!!
Giorno 6
Tutto pronto per raggiungere Las Vegas.
Ci concediamo ancora una buonissima colazione da Konos a PB, salutiamo momentaneamente l’oceano e poi via si riparte!
Prima tappa della giornata Joshua Tree National Park, 147 miglia ossia 237 km circa.
Lungo il tragitto il panorama è variegato; la cosa che colpisce di più è l’immensa zona disseminata da pale eoliche, in foto non rende l’idea ma è una cosa molto particolare. Si passa a sassi a macchia di leopardo poi sassi più grandi per passare a cactus e Joshua Tree che danno il nome al parco nazionale che raggiungiamo in un paio d’ore.
Fa un caldo torrido, saranno circa 40-45 gradi ma per fortuna i punti di interesse che scegliamo sono a 1600 m s.l.m. e si raggiungono in auto.
Tobia non si dimostra molto interessato al parco inizialmente, pensiamo che forse sia troppo presto per lui. In effetti, prima di raggiungere il punto più spettacolare, il panorama si presenta come montagne aride e cespugliose e posso immaginare che non affascinino un bambino di 5 anni e mezzo!! Gli proponiamo di fare lui le foto con la Nikon e questo nuovo gioco lo rianima!!!! Non importa quante foto faccia e come siano, vederlo così attivo è una gioia infinita.
Il punto panoramico è meraviglioso e poi troviamo anche un enorme sasso a forma di teschio (foto ricordo d’obbligo)!!!!!
Il viaggio verso Las Vegas è abbastanza lungo ma con le nostre scorte di snack riusciamo a farlo in un’unica tirata. Devo ammettere che pensavamo fosse più vicino…ma i bambini si dimostrano perfetti viaggiatori, riposano, un po’ guardano fuori dal finestrino, cantano Despacito e Rovazzi,….
A Las Vegas abbiamo prenotato al Circus Circus, hotel enorme che tutti conoscono ma che nessuno prima di partire ci ha descritto come fanè…diciamo che non è recentissimo ma per 50 dollari ce lo facciamo andare bene, in fondo ci dobbiamo dormire una sola notte!
Le parti comuni pullulano di slot machine, negozietti di souvenir pacchiani, luci e colori. Sono le 22.30 ma è tutto aperto e optiamo per la pizzeria che in America è sempre una buona soluzione per tutti.
Mi sono fatta l’idea che il bon ton non sia proprio nella loro cultura….oppure che in Italia siamo troppo viziati. Alla mia richiesta di bicchieri per l’acqua e il succo d’arancia la cameriera mi guarda stralunata e biascica “why???” …un minuto di silenzio…mah… secondo lei avremmo dovuto bere direttamente dalla bottiglia..in 5!!!…w l’Italia hi hi hi
Giorno 7
La giornata a Las Vegas inizia con la nostra prima colazione da Starbucks che è sempre una garanzia! Olivia trova i cake pops che ha sempre visto nei video su You Tube slurp!
Il pop cake di Starbucks
All’interno dell’hotel fa freddissimo ma siamo gli unici con la felpa. C’è di tutto persino persone in costume da bagno che si dirigono alla piscina… e da oggi confermo il mio pensiero sul bon ton (hi hi hi).
Fuori fa un caldo tremendo e la posizione del nostro hotel ci impedisce di uscire a piedi (ci abbiamo provato ma era davvero insopportabile!).
Scopriamo che non esistono parcheggi pubblici ma che si può usufruire di quelli degli alberghi gratuitamente. Prendiamo la monorail, visto che il treno piace sempre molto ai bambini, facciamo tutto il percorso e ci ritroviamo nel magico mondo di MGM un hotel pazzesco, una figata assurda!
Tobia è talmente felice che si rotola nella moquette sgargiante e improvvisa un balletto stile hip hop “Welcome to the fabulous Las Vegas”!!!!
Prima di partire mi chiedevano cosa andassimo a fare a Las Vegas coi bambini…ecco…niente di che ma tante volte i bambini amano semplicemente vedere cose fuori dagli schemi, tante luci, tanti colori, gadget a non finire!
Percorriamo i corridoi dell’MGM e poi andiamo a vedere il super negozio della m&m’s, 4 piani di dolcezza al cioccolato “il paradiso”!!!! C’è anche un cinemino in 3 D molto divertente e usciamo con una scorta di m&m’s per i bambini (giuro solo per loro…”credici mamma”…).
Il pranzo sarà uno dei più grassi in assoluto perché Alberto, che dichiara di doversi mettere a regime (…non so quando ma lo dichiara ogni domenica), ordina un hot dog e dopo mezz’ora gli arriva un würstel formato famiglia avvolto in bacon, fagioli e cipolle dentro ad una baguette! W la dieta!!!! (lo digerirà il giorno seguente ..forse…)
Quando rientriamo per ritirare l’auto piove. Sembra la nuvola di Fantozzi, da quanto non pioveva a Las Vegas???!!!
Ripartiamo alla volta del Grand Canyon, ci aspettano 500 km di viaggio.
Eh sì la famiglia Serafino super organizzata non si era resa conto che il Grand Canyon fosse così lontano. E pensare che avremmo voluto farlo in una giornata ah ah ah!! Noi, quelli che pensano sempre positivo!!!
La Dodge è sempre più lurida e se a casa sono molto severa, in vacanza accantono l’idea che Olivia e Filippo vivano con maglietta pulita tutto il giorno, quindi, via libera a biscotti, succhi di frutta e banane.
Raggiungiamo Flagstaff una piccola cittadina situata a 80 km dal Grand Canyon pernotteremo qui e il clima è veramente ottimo, siamo a 2000 m s.l.m. fa un bel freschino.
Nonostante l’ora ci servono un’ottima cena che definiamo la migliore fino ad oggi, siamo in montagna forse ci sentiamo a casa… chissà…
Giorno 8
Il Days Inn è un motel carino in stile montano adatto a famiglie, il personale è molto gentile e l’ambiente semplice ma pulito. La colazione è ottima; Pancakes e french toast fatti in casa e l’immancabile brodaglia al gusto di caffè. Ha una bella piscina e prima di partire ci facciamo un bagno.
Alle 10.30 rifaccio le valigie e via si parte per il mitico Grand Canyon National Park con una perfetta temperatura di 11 gradi.
Troviamo code all’ingresso del parco e difficoltà di parcheggio al Visitor Center dove partono anche i bus del tour panoramico. Decidiamo quindi di fare da soli e raggiungiamo in pochi minuti il primo punto panoramico Pipe Creek Vista
“Avete detto panoramico??? Non c’è nulla che possa descrivere la bellezza e la vastità di questo posto…è incredibilmente incredibile!!!!!”
Anche i bambini sono entusiasti e scattiamo foto a più non posso. Il parco è molto grande e ci sono diversi punti panoramici che offrono una visione “unica”.
Noi, per non farci mancare nulla, veniamo sorpresi dalla pioggia, non una pioggierellina da niente ma una grandinata pazzesca che ci obbliga a rimanere fermi in auto per una buona ora…aaahhhhh che sfiga nera!!! Decidiamo comunque di aspettare e veniamo ripagati quando riusciamo a raggiungere il Desert View Watchtower nella punta est.
Nonostante la moltitudine di gente si trova parcheggio e si raggiunge una torretta panoramica. Anche quì impressionante, vista dall’alto sembra ancora più vasto! Wow ne è valsa davvero la pena!!!!
Prima di ripartire torniamo al Mather Point vicino al Visitor Center che nel frattempo è praticabile e ci riempiamo gli occhi e la mente con un’altra parte di immenso.
E’ pazzesco come ogni angolo renda in modo diverso, cambiano i colori e le sensazioni, sensazioni forti che a me fanno quasi paura (vabbè non sono una delle persone più coraggiose al mondo…)
Approfittando di una strana incredibile collaborazione faccio un intero servizio fotografico ad Olivia. Accidenti in quel momento avrei voluto fare cambi di outfit e rendere tutto molto fashion ma purtroppo l’ho vestita con shorts di jeans e t-shirt di Superman ah ah ah!
Il sole sta calando e noi torniamo a Las Vegas, che come detto credevamo dietro l’angolo, ma per fortuna i bambini dormono per tutto il viaggio.
Arriviamo alle 23 accolti ancora una volta da una distesa di luci e colori e…. tante persone particolari…alla reception davanti a noi c’è una donna immensa vestita in modo eccentrico, con due zucche nel sedere così la descrive Tobia.
Il Platinum Hotel me lo aspettavo molto “semplice”, in realtà è molto bello; la camera è enorme, cioè non è una camera ma un vero e proprio appartamento con tanto di cucina grande, camera da letto separata con due letti matrimoniali, soggiorno e bagno mega con jacuzzi, perfetta per alleviare il mal di schiena di Alberto. Peccato essere arrivati così tardi e dover già ripartite l’indomani.
Giorno 9
Per sfruttare al meglio la camera ordiniamo la colazione in room e poi, vuoi non andare a fare un bagnetto in piscina??!! Alberto credo non abbia mai fatto tanti bagni in piscina nella sua vita!!!!
Rifaccio le valigie e andiamo a vedere il Venetian Hotel che è pazzesco, entri in un mondo davvero assurdo! Hanno ricostruito il canale di Venezia con vere e proprie gondole e gondolieri che abbozzano strane canzoni italiane (oh sole mio ah ah ah ), cielo azzurrissimo, piazza San Marco circondata dalle migliori boutiques (e quì mi tocca proprio chiudere gli occhi ahimè) e ristoranti per tutti i gusti.
I bambini sono meravigliati e sono sempre più convinta che sia stata una buona scelta venire qui, anzi se fosse stato possibile avremmo prolungato di un giorno la nostra permanenza.
Da perfetti italiani in vacanza, per pranzo optiamo per il ristorante “Buddys” alias il boss delle torte, d’altronde oggi siamo a Venezia e ci sta un ristorante italiano visto che Olivia reclama pasta da giorni. Stile trattoria ma enorme e abbastanza finto, sorprende per l’ottimo cibo e soprattutto per gli spaghetti with meatballs “veramente al dente”, tiramisù e buon caffè. 130 dollari ben spesi!!!
Satolli e felici ripartiamo alla volta di Tulare, una cittadina nei pressi del Sequoia National Park. I piccoli crollano dopo 5 minuti di viaggio e invece Tobia è felice di poter giocare con l’iPad.
Uscire da Las Vegas è un incubo, troviamo un traffico allucinante, 1 h di coda che poi prosegue a tratti lungo tutto il tragitto. In sintesi le 5 ore di viaggio diventano 7, parecchie delle quali trascorse con un panorama assente, cioè il nulla attorno a noi! Soprattutto al calar del sole si ha la strana sensazione di viaggiare verso l’ignoto.
Io ne approfitto per scrivere il mio diario e sistemare le mille foto fatte mentre Alberto si dimostra ancora di più un ottimo padre, marito e autista paziente.
Siamo a metà vacanza ed è tempo di bilanci, fino ad oggi sono stata molto brava e non ho ceduto alle tentazioni, abbiamo preso solo qualche souvenir dai parchi divertimenti; cappellini, magliette e peluches. Sono soddisfatta dei miei paraocchi virtuali anche se nella mia mente avrei comprato:
. magliette aerografate con nome per tutti
. ciabatte pelose grigio scuro e bianco/nere
. borsa rossa con teschio
. cappellino jeans tutto tempestato di finti Swarowsky rossi e bianchi
. pantaloni della tuta con m&m’s
. giubbino borchiato oro
. stivaletti in argento con tacco alto
. abitino da ballerina viola con paillettes e tulle per Olivia
….riepilogando mi rendo conto che forse ho fatto bene a frenare il mio istinto visto che quì ho un gusto piuttosto scintillante e kitsch!!!!
Giorno 10
Stamattina siamo abbastanza provati dal lungo viaggio di ieri. Abbiamo alloggiato in hotel più brutto che bello ma in posizione strategica per la prossima meta e cioè il Sequoia National Park che raggiungiamo in un’ora di auto.
Inizialmente il parco non sorprende, soprattutto per noi che siamo cresciuti in montagna lo scenario è molto simile. Man mano che ci si addentra nel bosco si è impressionati dalle gigantesche sequoie. Una cosa mai vista!!!
Con i bambini abbiamo deciso di fare poche tappe nei parchi per rendere meno pesante il viaggio.
Scelte le tappe, scendiamo a fare due passi e Tobia riesce ad immortalare un cerbiatto intento a mangiare a due passi da noi e per nulla spaventato dalla nostra presenza. I bambini si divertono ad inventare storie camminando ai piedi delle sequoie, entrano negli incavi a scoprire tane segrete, raccolgono legni che diventano fucili e pistole e addirittura salgono sopra una sequoia veramente enorme che caduta è rimasta a terra quale attrazione per i turisti. E’ così bello vederli interagire con la natura che mi dispiace interrompere questa magia per dover ripartire … ma non vogliamo arrivare dopo cena visto che San Francisco dista 500 km e sono previste altre code.
Arriviamo a San Francisco attraverso un enorme ponte luminoso dal quale si può ammirare la città illuminata; che spettacolo!!
Sono le 21, tempo di sistemare i bagagli e siamo pronti per uscire a cena ma sorprendentemente troviamo tutto chiuso. Accidenti non ci voleva!!! Un ristoratore ci spiega che qui alle 21 chiude tutto, la gente mangia presto e la sera la città è deserta. La nostra salvezza è il minuscolo shop della stazione di benzina a 3 isolati che ci fornisce Pringles, banane, mele, succhi di frutta e gelato di Haagen Dazs per la modica cifra di 35 dollari…
Torniamo in albergo a rifocillarci con la cena migliore che i bambini potessero sognare!!!
L’hotel Buena Vista Motor Inn è piuttosto vecchio, non è bello, anzi forse uno dei peggiori ad oggi, ha la moquette (meglio che non pensi a cosa possa contenere la moquette se no non vivo più…), la vasca da bagno ma manca il frigo (che è considerato un optional inutile visto che non lo abbiamo mai trovato).
Le note positive sono la zona molto comoda e piuttosto centrale, Lombard street, il prezzo ottimo rispetto agli altri alberghi, parcheggio e colazione inclusi (che comunque in America fanno come minimo 100 dollari al giorno).
La cosa più importante è che ai bambini piace da matti e saltano da un letto all’altro giocando ai supereroi lanciandosi i numerosi cuscini prima di crollare in un profondo sonno.
Giorno 11
Al risveglio a San Francisco non sembra così freddo e decidiamo di indossare jeans e felpa leggera, per i bambini porto le giacche 100 grammi pensando “non si sa mai” e in effetti ogni tanto anche io ho qualche lampo di genio…!!
A bordo strada c’ è una fermata del Big Bus tours e pensiamo possa essere un modo divertente per visitare la città. E’ la nostra prima volta e ci piazziamo sul tetto.
L’ esaltazione è alle stelle, persino Filippo non la smette di urlare di gioia, soprattutto nei tratti in discesa strillano tutti in coro “oooohhhhhhh” …. non vi dico gli sguardi degli altri turisti hi hi hi.
Optiamo per il giro completo ma quando arriviamo in prossimità del Golden Gate iniziamo a tremare dal freddo e un bel “porca paletta” (per citare Gru in Cattivissimo Me 3) ci sta tutto!!!!
Tira un’aria che neanche in montagna sulla seggiovia in gennaio…ovviamente solo i bambini sono ben coperti e per trovare conforto abbraccio forte forte Tobia e Filippo, che decide proprio in quel momento di aver bisogno di latte (solito culo eh? pure la panza de fora….). Olivia si addormenta in braccio a papà, lei, la sua dolce principessa. La cosa divertente è che io
lo sapevo del freddo, da casa mi ero portata giacca, felpone eccetera proprio in previsione della visita a San Francisco ma mi sono fatta fregare dal tempo mite….
A parte il tremore che mi accompagnerà per il resto del giorno, visitare la città a bordo del Big Bus è davvero interessante e dà una visione generale che non potresti mai avere in un giorno, soprattutto con 3 bambini piccoli.
Per pranzo/merenda, vista l’ora, scendiamo al capolinea Fisherman’s warf una delle principali attrazioni turistiche. Non mi impressiona, è tutto costruito ad hoc per i turisti. Negozi di souvenir, bar, solite catene di cibo americano a parte Boudin celebre bakery che si presenta con una location molto bella e profuma di pane che è una meraviglia. Purtroppo riuscire a trovare un tavolo lì è impossibile, essendo segnalato su tutte le guide è strapieno. Vedo che tutti mangiano improbabili zuppe dentro una pagnotta svuotata…idea carina ma il contenuto ha un colore poco allettante…e cerchiamo altrove.
Passeggiando sempre nella zona per caso noto un negozio di peluche tutto colorato con la scritta Rainforest – a wild place to shop and eat. Siamo fortunati, c’è posto per noi 5 e…ci ritroviamo in un posto assurdo…welcome to the Jungle!!!!
Sìììì sembra incredibile ma il secondo piano del negozio di peluches è un ristorante ambientato proprio nella giungla. Elefanti, tigri ruggenti, pappagalli, piante di ogni genere, farfalle, scimmie e persino una cascata con Nettuno di bronzo. Scelta più azzeccata non potevamo fare per concludere in bellezza la nostra prima giornata a San Francisco e usciamo felici con 3 super palloncini squalo, scimmia e topolino fatti apposta per noi.
Il biglietto del Big Bus ha una durata di 24h ed effettua un tragitto circolare in una sola direzione, per evitare di prendere altro freddo sul Golden Gate decidiamo di rientrare a piedi col passeggino sottovalutando i saliscendi della città.
I bambini si addormentano presto e noi siamo fregati…o meglio il papà che si deve fare una serie infinita di salite impervie e discese ripidissime spingendo il passeggino.
“Pover’uomo, questa vacanza sta mettendo a dura prova la sua schiena….anche la mia visto che ho Filippo nel marsupio, ma essendo una giovane mamma non ho grandi difficoltà ah ah ah!”
Giorno 12
Questa giornata la dedichiamo alla zona hippie di San Francisco che mi aveva stuzzicata ieri passando col bus.
Il quartiere Haight-Ashbury è coloratissimo, muri decorati con murales enormi, negozi vintage, alternativi e divertenti ed è popolata da hippie veri (si incontrano 70 enni irriducibili e giovani un po’ tuonati amanti della cannabis visto che qui è legale con prescrizione medica).
Ci divertiamo a provare un po’ di cose in uno dei tanti negozi vintage ma alla fine riesco a non comprare nulla (sono le tipiche cose che in vacanza trovo fighissime ma a casa non riesco ad indossare). Cedo alla tentazione di alcuni occhiali molto fashion e calze super-colorate per Olivia in un negozio gigante di sole calze, un sogno, e dopo anni mi ricompro le Dr. Martens visto che hanno un costo inferiore rispetto all’Italia.
Pranziamo da Pepe from NY, una pizzeria al taglio molto spartana ma ottima e la musica fa ballare Olivia e Tobia con uno stile simil R&B davvero buffo (ridevano tutti….magari lanciano una tendenza!!!!)
Il peggior caffè della vacanza lo troviamo da Stanza, una caffetteria molto bella nella quale lavora una ragazza molto volonterosa ma poco portata; dopo aver misurato, macinato, rimisurato per mezz’ora chicchi e polvere, il caffè risulta imbevibile…i 5 dollari peggio spesi della vacanza!!!
Ripartiamo lungo la costa occidentale e dopo 2 ore di viaggio dentro e fuori la mitica 1 arriviamo a Monterey per le 19.
El Castel è un motel semplice fuori dal centro, arredato piuttosto bene e pulito anzi lo definirei “disinfettato” visto l’odore di candeggina che aleggia nell’aria.
Ci concediamo un bagno in piscina visto che a SF non c’era non vogliamo perdere questa abitudine.
“Accidenti ma a casa come faremo senza piscina????” Saremo costretti a cambiarla presto ah ah ah, soprattutto per Alberto che non ne può più fare a meno….
Per la cena consultiamo la guida TripAdvisor che suggerisce di dirigersi nella via principale ovvero Cannery road.
Descritta come fulcro della città a noi appare deserta, dato che sono già le 21 e viste le precedenti situazioni, ci infiliamo nel primo ristorante e…sorpresa! Da Chart House il cibo è ottimo e prezzi allineati con le cene trash (in effetti sulla guida è citato tra i migliori ristoranti in zona).
Dopo vari pranzi e cene a base di nuggets, hot dog, pizza e hamburger, un filetto ed un trancio di salmone sono una leccornia soprattutto se accompagnati da purè, riso bianco e verdure bollite invece delle solite chips. 130 dollari ben spesi!
“Allora gli americani quando vogliono mangiare bene sanno dove andare” esclama con gioia mio marito.
Giorno 13
Approfittiamo della colazione inclusa, preparo come di consueto le valigie e ci dirigiamo verso il Monterey Bay Aquarium.
E’ situato nella zona Fisherman’s warf che scopriamo effettivamente essere un centro di negozi, bar e ristoranti. Probabilmente ieri sera abbiamo parcheggiato in una zona defilata.
L’acquario, che è la principale attrazione del posto insieme alle mostre automobilistiche, è molto bello e ben fatto.
La cosa che più ci impressiona sono le vasche con vetrate enormi per le meduse, sono un qualcosa di spettacolare e rimaniamo incantati a guardarle per parecchio tempo. Questo è il paradiso di Tobia collezionista di meduse, molluschi e pesci vari. Troviamo vasche enormi con squali, mante, pesci di ogni genere, pinguini, lontre e diverse vasche nelle quali si possono immergere le mani e toccare alghe e pesci.
Quello che piace molto a tutti i bambini ed è sempre presente in America sono gli spazi dedicati alle attività ludiche. Hanno costruito una piccola caverna con acquario esclusivamente per i piccoli e un percorso per giocare nell’acqua con pesci finti, barchette e tanto altro. Tobia e Olivia si intrattengono per una buona mezz’ora ma sarebbero rimasti tutto il giorno.
Un’altra cosa che non manca mai sono i corner dedicati ai gadget e fortunatamente i miei figli adorano toccare tutto ma non vogliono nulla altrimenti saremmo pieni di cavolate. Stavolta però cedo io alla tentazione e compro una felpa squaletto per Olivia che definirei “irresistibile”.
Dopo pranzo facciamo una tappa obbligatoria al Candy shop….siamo troppo golosi e le caramelle ci allieteranno il tragitto lungo 230 km che porta a Cambria.
Strada facendo il tempo migliora e possiamo metterci di nuovo t-shirt e pantaloni corti olè!
Di fermarci a Cambria lo abbiamo deciso ieri, era l’unica data ancora scoperta perché Alberto valutava la possibilità di andare ad un concorso di bellezza di auto a Pebble Beach ma purtroppo le date non coincidono.
Il tramonto di Cambria ha un nonsoché di magico e per fortuna arriviamo in tempo per godercelo direttamente di fronte all’oceano.
Cambria è un’ottima scelta, davvero una chicca.
Per cena, visto l’ottimo esito della precedente, seguiamo nuovamente il consiglio di Tripadvisor ed andiamo sulla via principale da Indigo Moon che non ci delude, il cibo è davvero ottimo.
L’hotel Fireside Inn on Moonstone Beach è posizionato proprio di fronte all’oceano, la camera è molto carina con i classici due letti queen, un caminetto e un piccolo terrazzino attrezzato. Una soluzione ideale per una famiglia come la nostra, senza troppe pretese.
Il fatto che non sia troppo grande dà grande libertà ai bambini ed è davvero comodo poter parcheggiare di fronte alla camera per caricare i bagagli.
Giorno 14
La colazione inclusa è molto ricca e possiamo godercela a bordo piscina prima di fare un bel bagno e ripartire per la penultima tappa; Santa Barbara per 3 giorni di relax.
L’albergo scelto è il Double Tree by Hilton, è enorme ed offre tanti servizi. Camera grande, confortevole, con terrazzo attrezzato e vista diretta sulla grande piscina. Ma fin troppo grande per noi, c’è troppa gente e tutti i servizi li fanno strapagare.
Resto comunque dell’idea che gli alberghi più piccoli siano l’ideale per noi.
Trascorriamo il primo pomeriggio in piscina per la gioia dei bambini.
Giorni 15 – 16 – 17
Santa Barbara non mi entusiasma più di tanto.
Come suggerito dalla guida Lonely planet abbiamo visitato lo zoo.
Si tratta di un piccolo zoo a misura di bambini <6, non molto pulito ma con il vantaggio di essere facile e veloce da visitare. C’è una buona varietà di animali, dai fenicotteri alle giraffe, pappagalli, volpi, serpenti, coccodrilli, elefanti, scimmie,… e la possibilità di dar da mangiare alle giraffe per la modica cifra di 8 dollari…Il chiosco all’interno offre i soliti hot dog, chips e nugets per una cifra ridicola (in media noi 4 spendiamo 40-50 dollari per un pasto così).
Anche qui non manca l’area gioco che è sempre la parte preferita dai bambini.
Una serie di giochi divertenti a tema zoologico ed una montagna di erba sintetica dalla quale si divertono a scivolare sopra scatole di cartone…ecco detta così sembra una cretinata ma vi assicuro che i miei figli hanno fatto su e giù per una buona ora.
State street è la via dello shopping, lunghissima e piuttosto monotona, mi intristisce un po’.
Quando Alberto mi dice “dai prova ad entrare qui secondo me potrebbe piacerti” mi rianimo e da American outfitters trovo un sacco di cose sfiziose (a noi donne basta poco per ritrovare la carica diciamo la verità!!!!).
Quello che invece rende euforici i bambini è Yogurtland. Si tratta di un distributore self service di vari gusti di yogurt tipo i coni gelato dell’Ikea, ai quali puoi aggiungere una quantità illimitata di leccornie tra cui smarties, cereali colorati, cioccolatini vari, orsetti gommosi, zuccherini, frutta a pezzi,… insomma chi più ne ha più ne metta….tanto una volta completata la coppetta si paga a peso alla cassa.
Prima di lasciare Santa Barbara ci facciamo l’immancabile passeggiata lungo l’oceano in direzione del famoso Pier.
Giorno 18
Ultima tappa della nostra vacanza itinerante Santa Monica – Los Angeles.
Il primo giorno lo dedichiamo ad amici e parenti.
Facciamo visita ad una delle mie più care amiche svizzere, siamo amiche dai banchi delle medie, nonostante le scelte di vita molto diverse siamo sempre rimaste in contatto. E per finire, alla soglia dei 40, siamo diventate tutte e due mamme. Siamo in contatto tramite Whatsapp ma vedersi, abbracciarsi e chiacchierare è tutta un’altra cosa!
La cosa pazzesca è che sembra impossibile che siano trascorsi tanti anni dalla nostra ultima vacanza insieme (se non erro nel 2008 ero stata da lei a Venice).
Quando si è così legati ad una persona basta un secondo per ritrovare l’affetto di sempre, forse anche più di prima. E’ bello vederla felice e appagata nella splendida casa da lei stessa disegnata. Lei, che da sempre aveva dichiarato di non volere figli è dolce ed amorevole con i suoi due bambini e sembra davvero serena!
I nostri bambini nonostante parlino due lingue diverse giocano che è una meraviglia.
Per cena siamo ancora ospiti a Pasadena nella casa stupenda dei super cugini. Olivia dichiara di avere una nuova amica del cuore che si chiama Valentina ed è sua cugina (figlia di mio cugino Massimo). Come darle torto, Valentina è una bambina speciale, allegra, sorridente e ospitale come i suoi genitori. Parla perfettamente italiano e adora fare qualsiasi gioco quindi è la compagnia perfetta per il mio trio scatenato!!!!
Con l’aiuto della mamma ex chimica preparano delle palle frizzanti profumate per il bagno…esperimenti chimici con vista!!
Il calore e l’affetto che si respira in casa D’Apuzzo è qualcosa di speciale e voglio assolutamente imparare da loro. Vi porto nel cuore, grazie.
Giorno 19
Il giorno più atteso da Tobia è finalmente arrivato…si va agli Universal Studios yeah!!!!!
Alberto compra i biglietti online e anche dei front of line pass per poter saltare le code che secondo le guide sono lunghissime. Visto il clima caldo e la scarsa pazienza dei bambini sembra una buona idea (anche se costa piuttosto caro).
Purtroppo per Olivia molte attrazioni sono tabù, come per Disneyland anche qui l’ingresso è consentito dai 40 “ e lei arriva giusta giusta a 39.
Cominciamo con Despicable ME ovvero i Minions dove appunto lei non può entrare ma sapientemente hanno ricostruito esternamente la location del film; Super Silly Fun Land che consiste in un enorme parco giochi con fontane, un secondo parco con scivoli, riproduzioni giganti e personaggi reali dei Mininos ovunque, negozi e una giostra vera perfetta anche per Filippo, tutto questo vale il biglietto d’ingresso!!!!
Tobia con i suoi 45” ha una buona scelta di attrazioni da seguire col papà che lo porta a vedere Trasformers The Ride in 3D, seguire Jurassic park che ricordo benissimo anche se ci sono stata nel 1996, e Tobia attendeva con ansia di poterlo vedere. Avevo paura che si aspettasse il vero immenso parco del film e rimanesse deluso, invece ha davvero apprezzato il giro in barca (Alberto un po’ meno dato che il finale consiste in una ripida discesa che termina nel fiume e bagna tutti).
Facciamo la coda per fare la foto con un velociraptor impressionante, sembra vero e quando tocca a noi Tobia se la da a gambe levate lasciando me e Filippo in balia del lucertolone…
Universal’s Animal Actor si svolge in una piccola arena e consiste in dimostrazioni pratiche di come lavorano sul set alcuni animali attori professionisti. Cani grandi e piccoli, gatti, gallo e gallina, topolini e criceti, il gufo reale che riesce anche a lavorare con una persona del pubblico scelta a casa (non io di sicuro….) e un finale a sorpresa con uno stormo di piccioni che vola a tutta velocità nella nostra direzione deviando all’ultimo…panico e urla!!! Chi ha gradito di più lo spettacolo è sicuramente Filippo, anche se piccolo denota davvero una forte simpatia per tutti gli animali.
Tutti Insieme facciamo il tour degli studios sul trenino che è sempre divertente anche se un po’ di paura ce la mette quando negli studi interni indossiamo gli occhialini 3D e ci ritroviamo nel mezzo di un combattimento tra King Kong e T-Rex con tanto di sbandamenti e spruzzi d’acqua, per poi passare all’inseguimento e sparatoria di Fast and furious, alla scena dello squalo, i set dei film western, la simulazione di terremoto in metropolitana (fa impressione anche a me) e persino il vialetto di Desperate Housewifes una delle mie serie preferite.
Siccome non ho fatto grandi cose Alberto mi suggerisce di accompagnare Tobia all’interno di “The walking Dead”…ecco appunto.. l’unica cosa che ho fatto è stata “da brivido”. Non ricordo di aver avuto così paura in vita mia, cazzarola tremavo e per fortuna il mio istinto materno mi ha fatto tappare gli occhi di Tobia per tutto il percorso. Ma dico io, con tutte le precauzioni e le limitazioni che impongono in questo paese, come possono permettere l’ingresso di bambini in un posto del genere?? Gli zombie che ti vengono incontro sembrano veri (probabilmente sono attori e non fantocci), le urla, i lamenti, sangue e… chi più ne ha più ne metta… e considerate che anche Olivia sarebbe potuta entrare, il limite era “basta che sappia camminare” a vostra discrezione!
Vabbè archiviata l’esperienza terrificante entriamo nel favoloso il mondo di Harry Potter il cui paesaggio, castello e tutto il resto è ricostruito alla perfezione. Adesso che Tobia lo ha visto ed è cresciuto ci dedicheremo anche alla visione dei film a casa.
I Simpson è una tra le attrazioni che più è piaciuta a Tobia, nonostante non li conoscesse si è divertito un sacco sulla giostra in 3D.
In sintesi è stata una splendida giornata di gioia e risate, terminata in bellezza con shopping a tema Jurassic Park e Minions.
Stanchi ordiniamo la cena in camera che è sempre una buona idea: pizza, chicken nuggets e penne mangiati sul divano!!!
Giorno 20
L’ultimo giorno e inizia il magone…non tanto perché lasceremo questo posto splendido ma perché è stata una vacanza meravigliosa.
Siamo stati sempre tutti insieme, abbiamo riso tanto e siamo più uniti che mai. Il papà ha imparato a conoscere, apprezzare di più i bambini e a darmi realmente una mano. Nel tran tran quotidiano a casa mi occupo io della gestione e lui di solito si occupa della parte “intrattenimento” mentre qui abbiamo fatto tutto insieme e lo adoro; che uomo ho spostato, un uomo d’oro!!!
Oggi decidiamo di fare i turisti a Los Angeles partendo da Hollywood blv.
Inizialmente mi sorprende negativamente, chissà forse perché abbiamo parcheggiato in una zona poco bella, ma quando a colazione da Starbucks una signora entra e lancia una sedia nella mia direzione mi spavento un pochino. Per non parlare di quanti clochards abbiamo incontrato per strada, strade luride e puzzolenti, negozi fatiscenti, vuoti e sexy shop.
Per fortuna camminando lungo la Walk of fame raggiungiamo il teatro cinese e diventa tutto più bello e divertente proprio come lo ricordavo.
Tanti turisti, attori in maschera, venditori ambulanti e immensi negozi di gadgets hollywoodiani.
Confrontare le impronte di mani e piedi delle persone celebri è sempre un gioco divertente per tutti, come anche ricercare tra le stelle per strada i personaggi conosciuti.
Veniamo riconosciuti e anche a noi dedicano una stella speciale
Sono sicura che ci sarebbero altre 100 cose interessanti da vedere ma con tre bambini piccoli bisogna scegliere, il tempo è quello che è e bisogna andare incontro anche ai loro bisogni.
Dopo pranzo invece andiamo incontro ai miei di bisogni, un irrefrenabile voglia di shopping mi spinge a portare la mia famiglia a Venice.
Abbot Kinney è una via fighissima di negozi e ristoranti alternativi molto chic ed è la mia tappa fissa quando vado a LA. I prezzi qui sono piuttosto elevati ed ho promesso a mio marito che avrei fatto la brava..
Curiosare nei vari negozi è diventato un gioco divertente per i bambini, e mi porto a casa una ciabatta troppo fashion pelosa maculata senza sentirmi troppo in colpa. Lascio a malincuore un gubbino di jeans borchiato stupendo il cui prezzo era 380 dollari ma il peso era più o meno equivalente a quello di Filippo 8 kg…cioè improponibile.
L’ultima cena la facciamo in albergo per stanchezza ed è una vera delusione ma sono troppo stanca per uscire di nuovo e i bambini hanno bisogno di riposare un pochino dopo una giornata così piena.
Giorno 21
Pronti partenza….si torna a casa!!!
Per colazione andiamo nei pressi del Pier di Santa Monica e godiamo per qualche minuto della meravigliosa spiaggia che purtroppo per mancanza di tempo non abbiamo potuto vivere.
Per riconsegnare la nostra mitica Dodge, check-in e controllo passaporti impieghiamo almeno 3 ore. Il tempo di polemizzare sull’assegnazione originale dei posti (2 avanti e 2 dietro, che poi aggiusto con l’aiuto dello steward) e siamo sistemati a bordo in un aeromobile Alitalia un po’ vecchiotto pronti per 12 ore di volo.
Durante il volo penso e ripenso a questo viaggio meraviglioso. Sono felice, felicissima di aver insistito a lungo per questa vacanza e sono sicura che anche Alberto abbia apprezzato.
Torno a casa con tanta gioia, amore e indelebili ricordi. Le risate a crepapelle, le urla dei bambini, il nostro amore sempre più forte e una serie di souvenir imperdibili.
Ci siamo divertiti un sacco, abbiamo visto tante, tantissime cose, macinato km, scoperto tanti alberghi belli e meno belli, nuotato in tante piscine, mangiato tante schifezze e qualche volta ottimo cibo, Alberto si è fatto una serie infinita di montagne russe con Tobia (ed io non l’ho affatto invidiato). Ma soprattutto siamo stati insieme e questo ha reso ancora più speciale la nostra super avventurosa vacanza con bambini.
A chi mi diceva “siete pazzi a fare tutti quei km con 3 bambini così piccoli” rispondo con gioia che lo sono e questa follia rende la mia vita ogni giorno una splendida avventura!!!
E….che sia l’inizio di una lunga serie di viaggi con la mia super famiglia!!!
Sono pazza di voi Serafinos, siete la mia splendida famiglia e la mia ragione di vita, grazie!
Chantal
6 Settembre 2017Reading about your vacation is delightful! ❤️CMD
Marie Biondini
19 Ottobre 2017Grazie a te che hai contribuito a renderla tale!!!!!
Sonia
7 Settembre 2017Marie che stupendo racconto e da come emani felicità sono certa e convinta che sia stata proprio una splendida vacanza! Ti voglio bene amica! Bacetto a tutti ❤️
Marie Biondini
19 Ottobre 2017Grazie di cuore sei sempre un’amica speciale!!!!!